Cambiamenti.
Apro gli occhi. Mi vedo vestita da sposa e sono incinta di
poche settimane. Rapita da un gruppo di mediorientali con me c'è una ragazza
che sta sempre alla mia destra. (Ha il volto della strega Bonnie Bennet). Porta
capelli lunghi neri, mossi e una maglia viola. Siamo sedute su un divano, posto
nel lato lungo di una stanza rettangolare. Sembra un salotto. C'è una grande
tavola di fronte a noi, delle sedie e nell'altro lato un grande mobile
libreria. La porta d'ingresso è sulla destra e delle grandi finestre sul muro
opposto. C'è una bella giornata di sole fuori, il cielo è azzurro. Sono seduta
vicino alla finestra, sul divano e di fronte a me c’è un uomo dalla carnagione
olivastra, pizzetto lungo la mandibola che arriva ai capelli scuri e corti.
Vestito casual. Lo vedo sempre di 3/4. Gli chiedo perchè mi avesse fatto rapire
(credo sia il capo) e lui comincia a fare un lungo discorso accorato, come se
stesse parlando della cosa in cui crede di più, ma non ricordo nulla anche se so
di essere stata molto attenta, tanto da essermi avvicinata leggermente per
capire meglio le sue parole. Ne ricordo solo una: ISHTAR.
C.S.: stessa stanza ma orario differente. Fuori è
buio, entrano due ragazzi, sembrano
fratelli dalla somiglianza, europei di provenienza. Biondi/rossicci, capelli
corti, baschetto scuro in testa e occhi azzurri molto chiari. Uno si siede al
tavolo dalla parte della libreria e l’ altro si affianca a me sul divano
sgranando gli occhi e fissandomi come se vedesse qualcosa di incredibile. Lo
guardo, non capendo la situazione e osservo bene i suoi occhi, sono umani, non
vedo nulla di strano. Qualcuno che non vedo bene porta la cena in tavola che è
in stile mediorientale, ovvero un grande vassoio con cus-cus verdure e cosce di
pollo. Me lo porgono ma io rifiuto dicendo che sono vegetariana.
C.S.: siamo usciti sulla terrazza all'ultimo piano.
Il panorama è mozzafiato: di fronte a me una distesa desertica con un grande
fiume e molte piccole luci di una città sorta lungo di esso. Siamo molto alti,
forse mi trovo in un grattacielo. Mi avvicino alla balaustra in stile arabo per
osservare meglio, posso scorgere alti grattacieli moderni ma sono pochi ed
elaborati nelle loro forme. Sono pochi però rispetto alla grandezza della
città. Il cielo è stellato. Mi giro verso il tavolo dove credo ci siano anche
gli altri ma non mi sembra di vedere tutti. Mi rigiro verso il cielo, sento un
rumore sordo. Vedo qualcosa arrivare, è una sorta di missile diretto proprio
verso di noi! “Tutti giù!” avviso a voce alta. I presenti si allarmano e si
abbassano come faccio io, il missile è dentro l’ area della terrazza, non cade,
semplicemente si appoggia sul pavimento. Abbasso le braccia dalla testa
credendo di sentire il botto e guardo con aria incuriosita l'oggetto. E' un
piccolo missile blu, affusolato con delle alette che sembrano dorate,
assomiglia ad uno di quei missili degli anni 50'. Dopo l'accaduto mi lasciano
uscire in città con la mia amica (strega) scortata a distanza. Percorriamo
tunnel di negozi con vetrine illuminate a giorno, gente, tanta gente. Le donne
portano veli colorati in testa, questo mi conferma che siamo in zona
mediorientale. Sono impaurita, voglio scappare ma la strega è scettica, le
guardie ci sorvegliano potrebbe essere pericoloso. Ad un tratto vedo arrivare
di fronte a noi tre uomini italiani, il trio Aldo, Giovani e Giacomo. Colgo la
cosa come una possibilità di fuga così mi avvicino a loro e sottovoce chiedo
aiuto. Spiego loro che sono stata rapita e che sono incinta (sono ancora in
abito da sposa), Giacomo è l’unico che prende sul serio la
mia richiesta.
C.S.: un luogo buio, non capisco dove mi trovo. Sono
sempre in compagnia della strega, abbiamo paura, una voce maschile sussurra
di fronte a noi. Un uomo sulla trentina, occhi scuri e capelli medio corti,
viso umano, senza barba sta li, di fronte a noi e ci rassicura dicendo che c'è un
modo per scappare. Vedo la sua mano che dal buio esce, tiene un
piccolo cartoncino bianco rettangolare con un disegno colorato sopra. Osservo
bene. C’è un pianeta arancio/giallo e
del fumo nero che gli gira intorno come una galassia. Non presagisce nulla di
buono e lo sento dentro di me. Guardo l’uomo, lui capisce il mio stato d'animo
e mi dice: “con questa risvegli il drago e ci verrà in aiuto”. Nella mia testa
un immagine devastante si fa avanti nel buio. Il fumo nero è il suo corpo e il
pianeta (potrebbe anche essere una stella dal colore) viene stritolato dalle
sue spire. Apro gli occhi e fisso l’uomo con terrore. Capisco che è l’ unico
modo. Guardo la strega, poi l’uomo. Tutti sappiamo cosa ci aspetta. La carta
viene attivata. L’unica cosa che sento ora nel buio, è il mio urlo.
C.S: Apro gli occhi, delle alte mura di mattoni
color sabbia scuro, sembra antico ed è di dimensioni ciclopiche. Anzi sono due
con una strada in mezzo che porta alla luce, l’unica cosa che vedo è tanto sole
oltre le mura. Il contrasto mi fa socchiudere gli occhi. Mi accorgo che sono
insieme a diverse altre persone, tutti vestiti in maniera differente come se
fossero state prese e portate li mentre facevano dell’altro. Mi
guardo intorno, c’è chi è in piedi come me e chi è arrampicato a quello
che sembra essere un cornicione sporgente in pietra bianca e posto ad una
altezza non molto comoda per scendere. Aiutandoci in qualche modo ce la
facciamo. Percorriamo tutti la strada verso l’uscita e la luce arrivando così ad
un enorme spiazzo con vista sul mare. La luce solare è intensa, tutto è molto
ampio, chiaro e spazioso. Osservo una balaustra elaborata come quella della
terrazza nel grattacielo lungo tutta la strada che si affaccia al mare. Ora
sono solo in compagnia della strega, passeggiamo tentando di lasciarci alle
spalle quello che è accaduto (la distruzione?) cercando di capire dove siamo.
C'è pochissima gente in giro. Nessun rumore di motori o di città. Guardo di
fronte a me, vedo che il marciapiede si addentra verso degli stabili
attraversando un giardino ben tenuto, con lampade vecchio stile e panchine. Due
figure stanno parlando e scherzano tra loro. Quando mi avvicino mi accorgo che
uno di loro ha aspetto mediorientale e li mi blocco, ho paura che mi riconoscano
(sono ancora vestita di bianco). L’ amica mi rassicura che ora le cose sono
diverse. "Vai, prova a camminare e non pensare a loro. Lascia che ti
vedano per quello che sei". Quelle parole mi danno forza e mentre
camminiamo sento i loro occhi addosso. Al principio sono colta ancora dalla
paura poi riesco a lasciarmi andare e quello che sento è differente, non so
descriverlo. Mi sento più luminosa.(come descrivere questa sensazione?) Ce ne andiamo verso una caffetteria dove entriamo e prendiamo da bere. Tutto
normale tranne quando chiedo del bagno che mi viene negato perchè quello che
vedo io è solo per altri (non capisco cosa mi dice) vedo gente entrare e
uscire, ribatto ma poi mi sveglio.
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