Comunicazioni da Neowise.

(Fonte immagine qui)

13-7-2020

Per la seconda volta, concentrandomi sulla cometa Neowise, riesco ad avere dei messaggi. 
La prima è stato un collegamento veloce, una grande sfera luminosa che brillava, diverse figure di geometria sacra si trasformavano in altre con colori molto belli ma, quello che mi ha colpito, era il rosso intenso, questo colore per me è molto difficile da visualizzare ma non in questo caso. 
Dopo le figure geometriche, sono apparse delle composizioni floreali in cerchio, 99% di fiori rossi, composti da 4/5 petali piatti, la corolla era di tipo rosaceo con stami e antere rosso scuro. 

La seconda volta è stata ieri sera:
di nuovo concentrandomi sulla cometa, ho visto la sfera luminosa, questa volta mi sono prima collegata al nucleo terrestre, radicandomi in esso e poi sulla cometa. Una voce femminile nel silenzio della notte mi chiama per nome. Non è la mia voce, riconosco ormai quando mi parlano, inoltre c'è il solito eco.
"Chi è? Cosa vuoi?" chiedo. Nell'immediato non accade nulla poi comincia il viaggio onirico.

E' notte, sono in terrazza, sto guardando il cielo. Vedo le stelle molto luminose e in lontananza delle sfere bianco giallastre che si stanno raggruppando e direzionando verso la mia parte di cielo. 
Una decina poco più.  Improvvisamente sento come se venissi schiacciata da un macigno, non riesco più a muovermi. Sento che è un energia molto forte. Una voce bassa e roca mi parla ma è talmente disturbata da quelle che sembrano altre frequenze radio da non riuscire a capire nulla. Anche se la situazione in cui mi trovo non mi piace provo a farmi ripetere il messaggio che però arriva sempre disturbato. Tento ancora una volta, nulla. Il peso scompare.

C.S.: Di nuovo in terrazza, sento un rumore provenire dalle scale, mi volto e guardo: vedo un ombra  scura accovacciata sui gradini più vicino a me. Assottiglio lo sguardo e noto una figura umana piccola rannicchiata che guarda dalla mia parte. "Ti ho visto vieni fuori..." gli dico. La figura esce piano dall'ombra, è un ragazzino dalla carnagione scura vestito con giacca e pantaloni di jeans un po' più grandi della sua taglia e una maglietta bianca. Capelli neri spettinati, occhi scuri grandi, osservandolo meglio direi nazionalità sud-americana. Deduco dal suo atteggiamento che è spaventato, o molto timido. Mi guarda con molto timore rimanendo inginocchiato. Ha un messaggio da darmi, al primo tentativo non capisco nulla ma poi al secondo tentativo sento: "venerdì mattina ore 4". (probabilmente è lo stesso messaggio di prima) Lascio poi andare il ragazzino e rientro in casa. E' abbastanza simile a quella originale, c'è anche il mio compagno, credo stia leggendo sul divano. Per qualche motivo vado verso una scatola scura di gommapiuma con dei fori come quelli per le provette, all'interno ci sono cose diverse, per ogni foro un oggetto o delle foglie o fiori. Non so perché ma ci passo sopra con la mano a qualche centimetro di distanza e noto che al primo passaggio le piante appassiscono e gli oggetti invecchiano mentre quando torno indietro tutto si ripristina (manipolazione del tempo). Ripeto più volte questo esercizio restandone sia rapita che molto incuriosita, proprio non riesco a capire come potessi farlo. Chiamo il mio compagno per mostragli questo prodigio ma non è molto interessato. Osserva la cosa, non dice nulla e se ne torna dov'era prima. Per qualche secondo il suo modo di fare mi turba, poi mi disinteresso completamente a lui.

C.S.: Guardo verso Nord, oltre le scale e noto una zona illuminata che non centra nulla con il paesaggio, quasi fosse un buco nella realtà. Oltre c'è luce del giorno, un arbusto semi-verde e una tigre bianca con un cucciolo in bocca e due dietro. Sembra sia sabbia quella che calpesta, il colore è quello. Ormai, visto le numerose volte che ho sognato la tigre, sono quasi certa sia una compagna dei miei viaggi così la chiamo e lei si gira subito, fa un enorme balzo e arriva da me, poco dopo compaiono anche i cuccioli. Lei si lascia accarezzare per poi far spazio ai piccoli che si mostrano affettuosi. Li osservo e vedo un leone e due tigri dal classico manto nero-oro.

C.S.: Nuovamente fuori a guardare il cielo notturno. E' una serata perfetta, senza nubi e senza Luna,   (non la vedo nel mio campo visivo). Improvvisamente a nord-ovest vedo un enorme cumulo di nubi bianco grigie che si innalza da terra verso il cielo che somiglia ad un eruzione vulcanica dopodiché il paesaggio dietro casa mia cambia completamente. Non più campi e fattorie ma case moderne con architettura cubica in un quartiere benestante. Cerco di capire guardandomi intorno: dinnanzi a me un grande palazzo bianco con particolari di legno e una enorme vetrata con diverse persone vestite bene che stanno ballando, capisco essere un locale, vedo altra gente al piano terra in attesa di entrare.
Mi giro verso sinistra e l'originale stradina tutta curve è diventata una bella strada dritta pulita con case nello stesso stile del palazzo da un lato e dall'altro. Noto qualche persona che cammina verso la direzione del locale, specialmente una donna con capelli lunghi biondi vestita con completo giacca pantaloni bianco con passo danzante. 

C.S.: Cambio luogo e persone. Sto investigando insieme ad altri su qualcosa che però ora non ricordo. Gli avvenimenti si susseguono fino a che non veniamo scoperti e portati in una stanza dove ci fanno sedere su delle sedie per essere interrogati. Mi pare di vedere altri 2/3 amici con me mentre di fronte a noi persone di cui non so nulla. Una per una ci prendono e portano dentro una stanza con 3 persone, due delle quali le riconosco ma non so dirne il perché.  Mi faccio sentire chiedendo a voce alta: "chi siete, casa volete da me?" ma di rimando vedo solo dei volti che mi osservano in silenzio. Il primo è di un uomo, seduto alla mia sinistra, veste un completo grigio casual, barba e capelli sale pepe, un uomo distinto e tutto sommato affascinante. Imperturbabile il suo sguardo. Vengo spinta verso di lui ma quando mi giro verso destra vedo un altro uomo, semi sdraiato sulla sedia, vestito solo di boxer bianchi, fisico asciutto, capelli corti chiari. Ha un ghigno che non mi piace e infatti le sue parole non promettono nulla di buono "questa la prendo io". Mi accorgo di avere i polsi legati dietro la schiena e dopo quello che ho sentito il panico avanza dentro di me, ma non cedo. Quando faccio un passo nella sua direzione mi accorgo che c'è un altra figura al centro, è seduta di spalle sopra la scrivania con il volto coperto. Quello che mi arriva subito è la certezza che fosse il capo. Si gira verso di me e vedo un volto femminile con una chioma di capelli rosso-arancio vaporosi e un corpo sottile e molto alto (le gambe soprattutto sono molto lunghe) Una volta che il volto esce dall'ombra mi blocco, la sua bellezza è incredibile e sento una attrazione fortissima. Come un serpente si avvicina al mio viso fono ad arrivare a pochi centimetri dal mio naso. Non sento nulla, sono completamente persa nei suoi occhi che non hanno nulla di umano: provando a descriverli direi che sono un mix tra quelli di un anfibio e quelli di un rettile. La pupilla è sottile e verticale, il bulbo ha una tridimensionalità assurda, sembra di guardare dentro ad una biglia di vetro con all'interno sfumature di bianco e argento dove qua e la si intravedono macchioline oblunghe più scure. Da perdersi. Tra di loro gli occhi sono più vicini rispetto a quelli umani, anche la conformazione del volto è più larga ma non disarmonica. 
La pelle è perfettamente liscia di color madreperla con delle macchioline scure dove noi abbiamo le lentiggini. La sua bocca rosa e carnosa si avvicina alla mia e senza mai togliere lo sguardo dai miei occhi, la sento sulla mia. Un bacio, un incontro, un qualcosa di indescrivibile mi assale dentro e mi infiamma. Ricambio il gesto assorbendo tutto quello che posso, amore, energia, meraviglia. 
Quando si stacca sento che anche lei ha provato qualcosa di inaspettato nei miei confronti, sento che posso parlarle: "come ti chiami?" chiedo piano e a bassa voce sempre senza mai togliere lo sguardo dal suo, "Daniel Pianson" dice piano e con tono misto tra il sorpreso e il non posso non dirtelo.
Assottiglio lo sguardo nel suo e dico "come mia madre, il nome, come quello di mia madre" e rimango per qualche secondo ad osservare la sua reazione. Sembra nuovamente sorpresa. Incalzo: "da dove vieni?" questa volta non parla ma non distoglie lo sguardo sempre fisso nel mio. "Da dove vieni?" ripeto e mentre noto che la sua bocca si sta aprendo per rispondermi, di nuovo quel rumore sordo che chiude la trasmissione.

Questi sono i passaggi che ricordo maggiormente, ricordo anche che mi svegliavo di continuo e ogni tanto vedevo dei bagliori nel buio. Sicuramente l'energia che sono riuscita a metterci è stata maggiore dei viaggi precedenti soprattutto perché avevo il controllo della situazione quando dovevo porre le domande.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Loosh.

La lettera M.

Filosofia e morte.