L'energia canalizzata.


26-9-2013

Antico Giappone. 
Mi trovo in una grande sala con al centro un tavolo basso anch'esso di grandi dimensioni, l'arredo mi indica che i proprietari sono ricchi o nobili. Oltre all'ospite di casa ci siamo io, il mio compagno e un uomo di cui non ricordo l'aspetto. E' seduto vicino a me sta parlando con l'ospite. 
Cortesia e rispetto sono di rito come si costumava in quell'epoca, poi si passava agli di affari.
Tutti indossiamo abiti tradizionali. Il mio compagno è molto attento a qualsiasi movimento nella stanza ed è seduto leggermente distante da noi. Sento dentro di me un legame con quest'uomo, sentimenti che non ricordo ma c'è della preoccupazione che monta quando le voci dei due si alterano. Abbasso la testa osservando le 6 pietre che ho posizionato sotto al tavolo, 2 grandi turchesi 4 nere (o scure) tutte che rappresentano dei cubi grezzi. Le uso per canalizzare l'energia che vedo prendere forma e colore nelle mie mani e che direziono verso l'uomo.
Poi mi alzo e vado nella terrazza che guarda il porto, è notte, tutto molto tranquillo e silenzioso. Improvvisamente una forte fitta al cuore mi fa voltare verso l'uomo che in quel momento stà guardando l'ospite strabuzzando gli occhi. In quel momento un movimento fulmineo colpisce l'uomo al torace mentre lo sguardo si volge sul mio che è terrorizzato dalla scena.
Il dolore che sento è sempre più forte e lancinante come se il cuore si stesse spezzando!
Il dolore mi sveglia e continua anche nella realtà.
Devo assolutamente rientrare.
Richiudo gli occhi, riprendo il sogno e urlo contro l'ospite che già da prima mi dava le spalle, il suono della mia voce è pura energia visibile che forma onde concentriche tanto forti da staccargli la testa. Mi dirigo dall'uomo, prendo le sue mani,  un sottile filo di vita gli permette di voltare la testa verso di me e stringere le mie...

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