La stazione.


23-5-2019

Mi trovo in una grande stazione ferroviaria chiusa ai 4 lati tranne che per l'ingresso e l'uscita del treno che viaggiava in una sola direzione. E' suddivisa in tanti scompartimenti uguali e regolari sia da un lato (che chiamiamo A) che dall'altro (B) del binario, speculari e oltre a questi c'è un grande atrio che da un lato ci sono gli arrivi/partenze e dall'altro il magazzino e ricovero attrezzi.
Ricordo vagamente di aver avuto diverse interazioni su quasi tutti gli scomparti, ma quelli che ricordo meglio sono quando ad una festa (nel settore A) mi rubano la borsa contenente i miei documenti d'identità e quella con il mio compagno (nel settore B).
Ps. Il treno che vedo va verso sinistra quindi A diventa sinistra e B destra.
Ritorniamo a quello del settore A: infastidita e arrabbiata non mi capacito di come abbiano fatto a rubarmela, vado in vari luoghi della stazione a cercarla fino a che non arrivo alla hall arrivi/partenze. Una figura con cui parlo mi rimanda indietro, praticamente da dove ho cominciato, nel settore delle persone poco abbienti ma con dignità da vendere. La festa qui è molto sentita, sono tutti vestiti con abiti eleganti anche se un tantino vistosi. Quello che mi è arrivato è una sensazione di gioia nel festeggiare quello che per loro era una cosa speciale. Ad un certo punto dall'altra parte del binario (B) si alza un tendone che copriva un grande palcoscenico teatrale.
Sono tutti li anche per lo spettacolo ma io devo ritrovare i miei documenti così ritorno a chiedere aiuto sino a che il mio telefono squilla, rispondo e dall'altra parte una vecchia conoscenza dice che deve farmi delle domande, sembra che stesse scrivendo un articolo su di me e io dovessi per forza risponderle ma alla 3° le dico che ho perso la mia borsa e che devo chiudere la conversazione. Quello che mi sorprende, guardando il telefono è che avevo il telefono! "Ma non era dentro la borsa?" mi chiedo...

C.S. Mi trovo in un altro scomparto, questa volta nel settore B, il primo quando il treno arriva. Vedo pezzi di ricambio un po sparsi, attrezzatura varia, comprendo essere l'officina e noto un uomo che sta lavorando al banco: è il mio compagno, ci mettiamo a parlare e confessa i suoi ripetuti tradimenti ma dice anche che nessuna aveva quello che ho io, nessuna gli dava quello che gli do io. Rimango zitta ad ascoltarlo e quando finisce lo perdono, il mio amore per lui è grande.

Seguono altri sogni che non ricordo fino alla prima sveglia.

Tra la prima e la seconda succede qualcosa nei piani sottili e sento il solito peso che sale dai piedi del letto, comprime la trapunta addosso a me bloccandomi e sale fino in alto come se volesse guardarmi negli occhi. Questa volta però io non sono più impaurita così ascolto le energie che si muovono senza indurire i muscoli o tentando di scacciarle, sono curiosa di capire e ora posso farlo. Quando il suo peso è completamente sopra di me senso una sorta di fruscio nel pavimento vicino alla mia parte del letto, come se qualcosa stesse strisciando sul posto, un rumore pulito che sento bene. Questa volta voglio ribaltare la situazione così riesco a prenderlo e girarmi su di lui: è semibuio e i miei occhi vedono soltanto una spalla magra dalla pelle liscia ( i colori sono falsati ma direi sul marrone), dalla dimensione direi che potrebbe essere alto come me, sul metro e sessanta. Purtroppo quando cerco di alzare lo sguardo per guardare il suo volto qualcosa mi fa una sorta di solletico alla gola (forse la sua mano non era bloccata?). L'immagine che arriva alla mia mente è quella di un grosso collo con delle branchie che tremolano emettendo un rumore sordo e li mi sveglio.

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