Frammenti di vite passate.

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18-8-2008

Mi trovo assieme ad un gruppo di persone in un epoca che somiglia al secondo dopoguerra e per la nostra sicurezza, veniamo trasferiti nella città di Parma.
Ricordo una scena dove siamo tutti in fila indiana mentre stiamo attraversando delle macerie e oltrepassiamo una parete squarciata da un foro. Osservo meglio il foro prima di passare: dall'altra parte è buio mentre dalla nostra c'è luce, non naturale ma diffusa ovunque. Mi volto indietro a guardare una persona ferma a cavallo del foro girato nella nostra direzione e ci fa segno di andare velocemente, quando attraverso lo guardo con gratitudine.

C.S. Sono a Parma, c'è la guerra, la distruzione mi circonda mentre osservo un edificio crollare e piango. Veniamo portati in un locale, sembra una sala mensa dove riusciamo a trovare un po di tranquillità e per qualcuno anche il sorriso.

C.S. Ora mi trovo in una scuderia e so che devo prendere i miei 2 cavalli di uno pezzato marrone/bianco e l'altro nero. Ne trovo uno solo quello pezzato, la guerra è ancora aperta mentre ne sento i rumori provenire dall'esterno. Devo fare presto e metterlo in salvo. Mi cade l'occhio verso una delle pareti perimetrali e vedo il cavallo nero schiacciato e sottile come fosse un foglio di carta. Osservo e capisco che è una stampa in vecchio stile a colori, la raccolgo distrutta dal dolore per la sua perdita, prendo per le briglie del pezzato mentre sento delle esplosioni fin troppo vicine.
L'animale è spaventato, lo sono anch'io e...una detonazione, il tetto crolla sul cavallo che ora è a terra senza vita.Un urlo straziante di dolore esce dalla mia gola.
Scappo, piena di dolore, attraverso una sorta di strada battuta in quella che una volta poteva essere una cava e poco più avanti vedo delle persone. Quello che mi circonda è una profonda conca con un grande macchinario che probabilmente serviva a lavorare la terra. La gente sta scappando, la seguo  anche se non ne conosco il motivo visto che qui non vedo segni di guerra. 
Attraversiamo il luogo di corsa. 

C.S. Il gruppo deve tornare indietro e questa volta mi trovo in un auto di grossa cilindrata, sportiva anni '50 modello americano, mio fratello è alla guida. "Corri! Corri!" gli dico mentre percorriamo a ritroso la strada da cui siamo arrivati. Ora la cava è piena d'acqua "fai attenzione! non andare da quella parte" gli urlo ma lui non mi ascolta e invece di girare vuole attraversare la cava: con un salto l'auto finisce in acqua. Sono spaventata. Lui vuole salvarci (?) prima che l'auto affondi mentre io non voglio che lui muoia così mi alzo dal sedile e ingigantendo il mio corpo supero il livello dell'acqua e porto l'auto fuori pericolo. Recupero la mia forma originale risalgo in auto e finiamo sopra ad una impalcatura di legno che però non può sostenere il nostro peso.  Mio fratello apre la portiera e si lascia cadere nel lago. La scena che osservo è atroce: lui annega senza resistenza guardandomi negli occhi mentre lo imploro di provare a salvarsi, una scena struggente e tanto forte da farmi svegliare. 

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