Zona sconosciuta.


4-9-2019

Premessa: 
Tra i più strani viaggi che abbia mai fatto. Non riuscivo a dormire, mi giravo e rigiravo fino a che ho cominciato a spegnere lentamente la mente e tutto si face più buio. Controllando i dati del sonno con il momento in cui mi sono svegliata da questo sogno, ho notato che ero in fase sonno profondo.

Riapro gli occhi nella mia camera leggermente illuminata. Sento muoversi tutto, è un terremoto.
Sveglio il mio compagno con apprensione mostrandogli una sorta di campanello girevole nero che si muoveva all'impazzata. Probabilmente un rilevatore.
C.S. Un edificio, energeticamente parlando era completamente diverso da tutte quelle sentite fin'ora, sconosciuta, diversa e aliena; non trasmetteva nulla che io potessi riconoscere e anche le figure che c'erano dentro non erano riconoscibili. 
Non c'erano limiti di spazio o dimensioni. 
Nuovamente accanto al mio compagno, ricordo vagamente di aver parlato con un maschio simile ad un umano dai capelli mori. Mi stava avvertendo in modo poco carino di fare qualcosa, forse andarmene, così corremmo velocemente tra muri spogli e qualche mobile d'ufficio impolverato.
I toni sono tutti sul griglio-blu.
Finiamo di fronte ad una grande vetrata e osservando fuori rimasi sbalordita: un enorme alluvione aveva riempito le strade trasformandole in un potente fiume. Auto sott'acqua e una persona travolta che cercava di salvarsi mentre veniva portata via dalla corrente.
Il mio compagno trovò, o lo aprì, un passaggio tra il muro della finestra e la parete trasversale...si praticamente aveva aperto un varco dimensionale, un buco alto e stretto che distorceva la materia permettendoci  così di passarci attraverso. L'interno era nero con un reticolo blu elettrico.
Vengo presa per mano e trascinata dentro per finire in un altra stanza. Mi guardavo intorno un pò stordita quando notai alcune figure intente a parlare tra loro a coppie, forse ero in un locale.
Passo vicino ad una figura maschile giovane all'apparenza, seduto ad un bancone con un bicchiere appoggiato di fronte a lui. Era solo e forse anche un po ubriaco ma quando gli passai vicino si accorse di me e prese il mio braccio senza stringere, lasciando che gli scivolasse attraverso fino a arrivare alla mia mano: con una rinata consapevolezza forse a causa del mio passaggio, mi guarda sgranando gli occhi dicendomi: "da dove vieni? non c'è nessuno qui che replica il sudore sulla pelle!" (più o meno)
continuando a guardarmi fino a che il mio compagno non mi trascinò via.
In quel momento qualcosa ha fatto scattare qualcosa nella mia memoria, una sorta di tasto REC. per ricordare quel preciso momento appena passato.
Dopodiché solo pochi sprazzi di visioni assurde, comportamenti a dir poco bizzarri, scene fantascientifiche di cui mi rimangono solo sensazioni perché troppo fuori dagli schemi per la mia mente. 




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