La busta con il mio nome.


2-7-2019

La richiesta prima di addormentarmi fu quella di avere delucidazioni in merito al sogno della grande onda (link qui), ascoltando frequenze DMT. (link qui)

Sono le ore 01.25 am. In attesa di prendere sonno sento qualcosa che attraversa il mio corpo, una energia forte e nel contempo una sorta di rumore basso di sottofondo che assomiglia ad un elicottero dai toni elettronici (come nei film degli ufo anni settanta per intenderci). Improvvisamente uno scoppio, sembra uno sparo e l'energia che sentivo prima continua a farmi vibrare, un secondo scoppio più forte mi sveglia facendomi tornare cosciente. In quel momento penso "E' cominciata".

E così, come fossi passata letteralmente in un altra dimensione comincia il mio sogno che già dall'inizio è incredibile proprio perchè ne vedo l'inizio, cosa che non accade mai. 

Mi sveglio, non riesco più a dormire, guardo dalla finestra e mi accorgo che sta albeggiando così decido di andare a farmi una corsa. Tutti i colori sono sui toni del blu-grigio. Scendo le scale e camminando mi allontano da casa (simile all'originale). Tutto intorno a me c'è una leggera foschia che non mi permette di vedere oltre una certa distanza e rende l'atmosfera ovattata come quando nevica.
Esco sulla strada principale e già qui è tutto diverso rispetto all'originale: in primis è bianca, mentre l'originale è asfaltata e in ambedue i lati la terra è smossa, non c'è altro, solo terra e nebbia. 
Mentre sto avanzando con la coda dell'occhio alla mia destra, vedo delle scarpe da ginnastica senza che nessuno le indossi mentre scavalcano una zolla di terra praticamente al mio fianco. Sorrido tra me e me quando le oltrepasso, la cosa mi diverte. Lentamente vedo che al loro interno comincia a formarsi una figura che si gira nella mia direzione con aria sorpresa.
Continuo a camminare in questa strada senza nulla intorno fino ad arrivare ad una casupola alla mia sinistra dove noto che la figura di prima sta entrando così la saluto. La voce che mi risponde è maschile, dice qualcosa, credo risponda ad una mia domanda poi lo risaluto cortesemente e continuo a camminare. 

C.S.: E' notte e sono arrivata in un piccolo paese e penso: "o il tempo va al contrario o quella che pensavo fosse alba era invece tramonto...oppure nessuno dei due". Sorrido e procedo osservando questa cittadina costruita in pietra grigia con le strade lastricate ed edifici storici che non so datare. 
Improvvisamente in ambedue le mani compaiono due taniche per l'acqua che so di dover andare a riempire per cui prendo la strada principale dove l'illuminazione è buona ed è frequentata da giovani che passeggiano e piccole compagnie ferme ai lati che chiacchierano. 
Noto un cassonetto dell'immondizia al lato destro, ci passo vicino quando di scatto si apre il coperchio e sbuca fuori qualcosa che tenta di prendermi, nella confusione mi sembra una sorta di liana sottile con una sua coscienza che si muove velocemente ma che riesco a sconfiggere.
Liberata da questo strano imprevisto mi muovo verso un palazzo, entro. Sembra un bar molto grande con diverse zone separate da gradini e dedicate a temi differenti tra loro. Per curiosità mi faccio un giro. Le luci sono soffuse e ci sono pochissimi avventori che per altro mi guardano incuriositi, forse si nota che non sono di quel posto? Mentre cerco l'uscita trovo una moneta a terra e decido di raccoglierla.
Quando la trovo comprendo che non è la classica uscita di un locale come la conosciamo noi ma è un foro nel vuoto dotato di una piccola e vecchia scala che scende. Il primo gradino è impegnato da un bellissimo ragazzo semi sdraiato sulla pedata. I capelli sono scuri e corti, il viso un po appuntito e la carnagione è abbronzata. Lo saluto sorridendo come ho fatto fino ad ora quando incontravo qualcuno e mentre gli dico che dovrei passare, lui con garbo e simpatia sorride spostandosi e dicendomi alcune parole che mi piacciono ma che non ricordo. Lo ringrazio mentre sto per scendere ma voglio prima capire una cosa su questo sogno lucido di cui ho il completo controllo così mi giro verso il ragazzo che nel frattempo era andato nella stanza vicina e provo a buttarmi tra le sue braccia per baciarlo. Preso di sorpresa mi afferra comunque e mi tiene lontano divertito dicendomi: "ma che presuntuosa!" Una risata sincera scoppia tra noi perché sapevo quello che stavo facendo e lui lo aveva capito. Lo saluto cordialmente e scendo dalla scala. Quando arrivo a terra non ho più le taniche e non so dove le ho lasciate. Nuovamente sulla strada principale continuo la mia passeggiata. Di fronte a me altri cassonetti della spazzatura, non ci faccio molto caso, siamo in città e mi sembra una cosa normale ma ancora una volta il coperchio si apre di scatto e una liana esce impazzita attaccandomi frontalmente. 
Questa volta però ho la prontezza di morderla prima che potesse trafiggermi la gola. E' una lotta più ardua della precedente, riesco però a tirarla fuori del tutto dal cassonetto riuscendo ad avvolgerla velocemente sul mio braccio destro come si fa con una lunga corda. Lei si divincola, è forte, si muove tentando di svincolarsi ma la mia forza è superiore e quando la porto all'altezza del mio petto prosciugo completamente la sua forza vitale. Quello che vedo è una grossa liana secca tra le mie mani e un intensa luce verde che si espande dentro di me. Ora con me ho una frusta che decido di portare al mio fianco destro. Proseguo il mio viaggio sulla strada principale fino ad arrivare ad un edificio dove per qualche motivo devo scavalcare un muretto alto per uscirne. Quando ci fossi entrata è un mistero. Provo più volte a saltare senza riuscirci fino a che non sento una mano che mi aiuta nello slancio. Mi giro e vedo il bel ragazzo di prima. Lo saluto felice e lo ringrazio. Decido che è ora di tornare verso casa, ora la strada è leggermente in salita e la frusta che avevo con me non c'è più e nemmeno la giacca! Quella giacca che non avevo con me quando ero partita e che non ricordo di aver mai messo durante tutta la passeggiata ma che ora sembra una cosa importante tanto da rimanerci male perché nelle tasche c'era il telefono. Infatti, dopo essermi accorta di questo qualcosa nel sogno cambia, l'atmosfera diventa pesante, sento che ho paura. Guardo a terra e noto dei pezzi di plastica sparsi che sembrano proprio quelli del mio porta-cellulare. Ed ecco insinuarsi il dubbio, il terrore di non porte più comunicare, di essere persa. Più cedo più vedo a terra frammenti di cose che mi appartengono fino a giungere ad una scatola di cartone mezza rotta buttata sul lato della strada che contiene oggetti personali. La paura non se n'è andata anzi, ciò che vedo la fa aumentare mentre mi avvicino, mi accuccio lentamente a guardare trovando vecchi oggetti, diari, scatole con altre cose al loro interno vecchie di anni e che avevo buttato. Riconosco tutto e più cedo al ricordo più sto male (in realtà non ne ho riconosciuta nessuna ma nel sogno si). Tra le varie cose trovo una busta con scritto il mio nome, all'interno c'è qualcosa di giallo e quando la apro per vedere meglio scoppio a piangere e il sogno si interrompe.

Questa è stata l'esperienza più forte e lucida che abbia mai avuto e tutto questo viaggio è stato fatto seguendo la volontà del momento tranne che per gli oggetti che comparivano e scomparivano.  

Ps. Quando ho terminato di scriverlo, in data 30-3-2020 l'ora segnava 17.17, qui il link alla pagina nel significato n.17.











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