La guarigione di Horus.

 








(Fonte immagine qui)








15/3/2020

Un rombo basso e continuo nella notte mi sveglia. Non sento altri elementi provenire da fuori, deduco sia ancora molto presto. Richiudo gli occhi tentando di riaddormentarmi. 

La scena si apre sulle strade di una città che non riconosco, l'unica cosa che mi colpisce sono una lunga fila di veicoli militari che corrono sulla strada in fila indiana. Mi trovo un grosso Suv e li stiamo seguendo. Alla guida del veicolo c'è un uomo ma non lo vedo, dentro di me so che posso fidarmi tanto quanto il mio partner in missione. Poco tempo dopo la fila militare incontra un bivio e si divide. Noi scegliamo di seguire quella di sinistra. Il viaggio continua tranquillo, decido per sicurezza, di dare un occhiata al retro guardando dal lunotto posteriore che è decisamente molto grande per quest'auto. Qualcosa che vola ci sta seguendo ma la mia scomoda posizione non mi permette di vedere oltre, decido di spostarmi e mettermi più comoda così da poter vedere meglio: è un volatile di medie dimensioni, con la luce non riesco a vederne i colori, per ora lo vedo scuro. Si sta abbassando verso l'auto e mano a mano che si avvicina noto sempre più particolari. Il piumaggio nella parte superiore è nero-blu mentre sotto è chiaro, le ali terminano a punta, becco piccolo sembra un falco e noto anche che probabilmente ha l'ala destra ferita, non riesce ad aprirla bene e il volo non è stabile. Di scatto mi vede e si getta sul lunotto dell'auto attraversandolo "magicamente" come se non ci fosse e si posa sul sedile posteriore dietro al mio. Si gira leggermente verso di me aprendo piano l'ala ferita e mostrandomela per farmi capire cosa dovevo fare. Ora che posso vederlo da vicino confermo che è un falco pellegrino anche se leggermente differente da quello che conosciamo soprattutto perché intorno agli occhi porta il simbolo di Horus d'oro leggermente opaco.
Rimango sorpresa di tutto questo per qualche secondo poi mi desto e comunico al guidatore ciò che è successo, mi sposto nei sedili posteriori e prendo con delicatezza l'ala ferita. C'è un foro tra le piume nella parte terminale, non è grave ma non può volare bene. Mi metto subito all'opera per curarlo tramite l'energia delle mie mani, una sotto e una sopra il danno concentrandomi ma il falco tenta di dirmi qualcosa muovendosi. Non riesco a capire. Telepaticamente mi arriva un messaggio: "devi usare anche la voce, devi cantare". Ci penso ma non capisco a quale tecnica di guarigione faccia riferimento. D'improvviso il falco muta in un giovane ragazzo dalla carnagione bronzea, fisico magro ma tonico, porta una fascia chiara in testa e un paio di pantaloni di tela leggeri color porpora e alti a metà polpaccio, il torso è nudo. Capelli scuri lisci e lunghi fino alle spalle. Mi guarda e inizia un canto sacro di guarigione degli indiani d'America, capisco immediatamente a cosa faceva riferimento poco prima. Il ragazzo non aveva trasformato il braccio destro quindi riprendo l'ala tra le mie mani e comincio a cantare riconnettendomi all'energia e incanalandola per la guarigione. Dopo qualche minuto finisco l'operazione, è andato tutto bene. Il ragazzo sorridente mi ringrazia mostrandomi la sua mano, ora trasformata come il resto del corpo. Noto la sua pelle, diversa da quella che ho visto prima, la sua texture e il colore sono come quelle delle statue egizie, grigio-blu leggermente burattata. Tocco delicatamente la superficie e noto che ci sono delle venature biancastre lungo tutta la mano che vanno su sul braccio, noto anche degli accumuli di questa sostanza quando alcune ramificazioni si incontrano, sembra quasi un sistema nervoso. 

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