Il filo rosso

(Fonte immagine qui)

20-4-2021

E' notte, mi trovo in un grande piazzale, vedo bassi recinti in legno, prati d'erba verde e bassa che costeggiano strade di sassi. In fondo, di fronte a me, scorgo una piccola casetta di metallo come quelle che si vedono nei cantieri. L'illuminazione è attiva e copre bene la grande area mostrandomi quello che sembra un luogo dedicato al fermo dei camion anche se in questo momento è praticamente vuoto, noto però che l'insegna al neon è accesa e di colore rosso. Mi ricorda qualcosa...

Non sono sola, vicino a me c'è una coppia sui trent'anni ma non interagiamo. Di fronte a me una figura che non riesco ad identificare (se uomo o donna) mi elenca le regole della gara. "Gara?" penso io.     "In che senso...". Non so di cosa stia parlando. Ci viene dato un cordoncino rosso ciascuno da portare per tutto il viaggio che sia nel camion o a piedi o altro. Ovunque andassimo. Ho un immagine impressa dove lo vedo dietro di me come fosse stato legato in qualche modo che non ricordo o non riesco a vedere. Qualunque cosa facessimo, avremmo dovuto arrivare per primi se volevamo vincere. Lì per lì non riesco a comprendere, la logica tenta di prendere il sopravvento: l'idea di un cordino che non finisce mai e che qualsiasi fossero i nostri movimenti non si sarebbe mai rotto o ingarbugliato o altro non mi convince. Senza parlare del tempo...infatti non riesco a comprendere quando sarei dovuta arrivare. Come posso fare quello che voglio, nel tempo che voglio e vincere? Poi mi sovviene che forse una data di arrivo c'è, la sera del giorno dopo, questo perché vedo mia moglie avvicinarsi a me, una bella donna dai capelli scuri e folti, mossi e sciolti sulle spalle che mi bacia e dice con dolcezza: "Buon viaggio". Qualcosa nella mia mente collega i due fatti. 

(L'aver sposato una donna mi porta al ricordo di un altro sogno che trovate qui)

Con qualche domanda ancora senza risposta salgo sul camion e parto senza una meta, senza una direzione, intenta solo a capire come quella corda dietro di me che ora vedo essere arrotolata ad ogni tot. di metri su di un sottile cilindro bianco che ricorda la ruota della vita ma con meno raggi, potesse esistere.

Il percorso mi porta ad incontrare molte persone e situazioni differenti che non riesco a ricordare ma le ultime due sono più dettagliate. Nella prima apro gli occhi in una camera da letto, sono distesa, probabilmente stavo dormendo. C'è penombra, le serrande sono parzialmente abbassate, quel tanto che basta per far filtrare un po' di luce per di guardarmi intorno. Una camera sobria, delle lenzuola in stile romantico di colore rosa antico con fiori disegnati. Mobilio in legno color ciliegio, una lampada di stoffa chiara in stile country sul comodino alla mia sinistra. Solo quando sento una voce maschile mi accorgo di non essere sola e di sobbalzo prendo distanza finendo sul bordo del materasso tenendomi il lenzuolo stretto al petto. Una schiena muscolosa e nuda, capelli mossi di color nero, pelle bronzea mi compaiono dinnanzi, (non è una magia, è solo che mi ha preso di sorpresa) strabuzzo gli occhi e lui si gira. Un bell'uomo tra i '30/40' anni mi guarda regalandomi un bellissimo sorriso. Sento di conoscerlo e di esserne attratta, lui cerca di venirmi vicino ma io lo fermo perché in quell'istante mi sovviene l'immagine mia moglie mentre mi saluta. Noto che quando si alza porta dei pantaloni rossi e con finale bianco e credo di avergli detto: "Cosa fai vestito da Babbo Natale!" ridendo.                                          La seconda scena che ricordo è in una palestra dove alcuni ragazzi stanno giocando a pallacanestro. Metto a fuoco la scena e vedo che è una grande struttura moderna, pavimento in legno chiaro, strutture metalliche grigio sport, strisce rosse alle colonne. L'unica illuminazione accesa è sopra il campo da gioco. Dall'altra parte del campo rispetto a me vedo un ragazzo asiatico in posizione pronta nel caso toccasse lui prendere palla. Poco dopo si gira verso di me. Noto per la prima volta che porta il cordino rosso come me e nel momento in cui lo comprendo, guardandomi intorno, quando la mia visuale arriva alla zona canestro, vedo il suo compagno di squadra anch'esso asiatico che sta per lanciare la palla. Anche lui ne è provvisto. 

 

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