Incontri straordinari


11/12-7/-21

Mi trovo in un piccolo ufficio con scrivanie, computer, carte impilate e grandi vetrate con oscuranti in parte distesi. Riesco comunque a vedere che fuori è una bella giornata. Ci sono delle persone con me: mio padre, la sua ex e credo anche un altro pio di persone che però non riesco a definire. C'è movimento, stanno lavorando. Quando mi giro per spostarmi noto una figura seduta a terra con la schiena appoggiata al muro mi accorgo solo dopo qualche attimo che è un grosso orango dal manto scuro che sta li fermo ad osservarci. E' circondato da un recinto bianco stile country di circa 20cm di altezza, il che sembra più una sorta di confine visibile più che recinto confinante. Anche solo la presenza mi fa capire che non è semplicemente un animale ma una creatura molto intelligente, capisce perfettamente la nostra lingua e il senso dei nostri discorsi. Ritorno alla mia posizione precedente e vedo mio padre che esclama: "non ci vedo più, non vedo bene!" (questa frase mi riporta ad un altro sogno in cui dico la stessa identica frase - qui). La ex gli porge qualcosa che però non riesco ad identificare (forse lenti o gocce), lui alza la testa e con le mani mette qualcosa negli occhi ritornando poi nella posizione iniziale. Osservo tutta la scena un po' preoccupata ma quello che succede dopo ha dell'incredibile: è completamente cambiato. I capelli ora ci sono e molto folti, con una pettinatura cotonata verso l'alto e completamente neri. Gli occhi sono enormi, di un blu/azzurro incredibile. In quell'istante, come se li stessi guardando da vicino con una lente d'ingrandimento, osservo l'iride in tutti i suoi magnifici particolari e sfumature che variano dal blu all'azzurro ghiaccio e noto anche delle venature bianche abbastanza grosse che partono dalla pupilla e si diramano verso l'esterno. Otre tutto questo, emettevano anche una sorta di luce propria. "Ora ci vedo benissimo!" esclama contento e io sorrido felice. 

C.S.: Ora è buio, sono in una stanza scura, senza luci e/o finestre. Di fronte a me l'orango è seduto su uno sgabello. Stiamo avendo una conversazione molto seria su tematiche importanti riguardanti me e il mondo. L'ultimo e unico tema affrontato che ricordo bene è quello del veganismo. Gli spiegavo perché avessi fatto quella scelta e la argomentavo. La mia frase in chiusura è stata questa: "Capisci ora, perché non voglio far del male agli animali..." Ci guardavamo negli occhi molto profondamente durante la conversazione quasi sicuramente telepatica perché non ho ricordi di lui che muoveva la bocca. Il suo ultimo sguardo dopo aver completato la frase mi ha comunicato reciproco assenso. Aveva perfettamente compreso non c'è dubbio.  Incredibili poi sono i dettagli che ricordo di lui, come se fossi stata veramente di fronte a questa creatura: gli occhi un po' rientranti color ambra scuro, le rughe e la conformazione delle ossa che caratterizzavano il muso, il nero della pelle e il marrone cioccolato del manto, i particolari dell'umidità che rifletteva quel poco di luce che ancora non capisco da dove arrivasse, per non parlare dell'incredibile senso di consapevolezza che mi trasmetteva. 

C.S.: Sto camminando a passo veloce dietro all'orango, il terreno è leggermente in salita ed è completamente ricoperto di foglie gialle, molto probabilmente di betulla. Alzo lo sguardo e vedo una foresta di alberi  dal tronco sottile e molto chiaro. L'orango si ferma in un punto tra due alberi, si gira verso di me guardandomi e salutandomi senza proferire parola mentre sprofonda nel terreno. Lo guardo andarsene in quella che sembra una buca ma che non era vista la velocità con cui si muoveva che dava l'idea che stesse attraversando qualcosa di solido e morbido ma anche no. La deformazione del terreno verso il basso sebbene si portasse con se terra e foglie non le deformava, azzardo ad un illusione ottica. Il saluto che ci scambiamo non ha dato l'idea di un addio ma nell'osservarlo mi sono rattristata un po'.

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